16 MARZO 2018 - INCONTRO CON ELENA DI "ED STORE"

In data 16 marzo abbiamo incontrato Elena, una giovane imprenditrice che lavora nel settore dell'industria tessile. 
Il textile industry è il settore più inquinante al mondo, con circa 460 trilioni di dollari buttati ogni anno, poiché meno dell'1% dei materiali scartati vengono riutilizzati. 
Ci è stato presentato un progetto, chiamato Ellen MacArthur Foundation, che è nato nel Regno Unito nel 2010 e da allora si impegna per cambiare il vecchio modo di lavorare all'interno dell'economia, trasformando l'idea di una semplice economia lineare in quella di una circular economy. lo scopo di questa fondazione è quello di recuperare il maggior scarto del settore tessile possibile e dare ai lavoratori maggiori diritti. 
Questa fondazione porta numerosi benefici alle aziende che decidono di adottare un'economia circolare, tra cui un maggiore guadagno e costi ridotti per l'acquisto di materie prime (siccome ci sono già), una riduzione dei consumi di acqua ed energia (poiché le materie sono già lavorate), condizioni di lavoro più sicure , grazie alla riduzione dell'uso di tinte e coloranti chimici. 

Ci sono stati fatti vedere alcuni indumenti che sembrano uguali agli altri, ma che in realtà nascondono una storia particolare: sono stati prodotti con i tessuti di scarto delle grandi aziende, lavorati da una cooperativa nata da un gruppo di ragazze giovanissime, chiamata "Progetto Quid". Si tratta di una cooperativa che lavora con donne che hanno avuto situazioni difficili. I pezzi che vengono prodotti da questa cooperativa sono pezzi unici a numero limitato. 

Un'altra iniziativa italiana si chiama "Aquafil", la quale ha 16 fabbriche distribuite in tutto il mondo. 
Si tratta di un'azienda che produce un tessuto riciclato dalle bottiglie di plastica e dalle reti da pesca abbandonate negli oceani. È un'azienda ad alto risparmio energetico.

Giacca in Econyl con relativa etichetta.









Elena che mostra un abito realizzato da Progetto Quid, utilizzando un tessuto di Dior. 





Durante l'incontro è stato anche affrontato il discorso food waste, e ci è stato illustrato che esistono numerosissime aziende sul territorio italiano (e non) che si occupano del riciclaggio degli scarti del cibo. 
Aziende italiane: 
  • "Orange Fiber", che è un'azienda che ricava una fibra dalle bucce delle arance, facendo con essa diversi indumenti, che rilasciano sostanze nutrienti per il corpo, essa ha anche fatto una collaborazione con la famosa marca di vestiti Ferragamo;
  • "Vegea" è un'azienda che ha brevettato l'ecopelle che deriva dalle vinacce. Azienda da non sottovalutare, poiché l'Italia rappresenta il 18% della produzione mondiale del vino;
  • "Frumat" è un'azienda che ha progettato l'ecopelle che deriva dalle mele, producendo con essa agende e molto altro;
  • "Essent'ial" è un'azienda di Carpi che produce tessuti con le fibre della carta.
Aziende da altre parti del mondo:
  • "Aequo" è un'azienda norvegese che produce scarpe con cereali non commestibili;
  • "Muskin" crea un'ecopelle derivata dai funghi. Non è molto diffusa poiché il numero di funghi utilizzabili è molto ridotto;
  • "Pinatex" è un'azienda spagnola che tratta le foglie dell'ananas per farlo diventare ecopelle;
  •  "Milk Fiber" è un progetto che prevede la nascita di fibre dallo scarto del latte, questa fibra ha numerose proprietà per il corpo; 
  • "Crabyon" è un'azienda giapponese che crea tessuti con gli scarti dei gusci dei crostacei. Questi tessuti hanno delle proprietà antibatteriche, per questo motivo sono usati in ospedali. 
Per quanto riguarda le tinte dei tessuti, è un mondo ancora poco sviluppato. La tinta naturale è vista come un metodo troppo artigianale. Ci è stata presentata una sola azienda, che si chiama "Perpetua", l quale ricicla la grafite per colorare i tessuti. 













                                                                                               

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